Quartetto britannico in attività dal 2002, i 1975 hanno pubblicato una considerevole quantità di materiale utilizzando altri nomi, prima di approdare a quello attuale, ovvero The 1975, ispirato dalla quarta di copertina di un libro di poesie beat. Originari di Manchester, i quattro, Adam Hann (alla chitarra), George Daniel (alla batteria) e Ross MacDonald (al basso), capitanati da Matt Healey, voce e chitarra, noto anche per via dei suoi celebri genitori, Denise Welch e Tim Healy, star della TV britannica, si muovono in un perimetro musicale vastissimo, che spazia fra alternative rock, new wave, elettronica, R’n’B, synth pop e jazz. A Brief Inquiry into Online Relationships, primo capitolo di una saga di due, che culminerà nell’estate del 2019 con il secondo e ultimo episodio dal titolo Notes on a Conditional Form, è stato pubblicato a fine novembre. Loro quarto album in studio, quest’ultimo lavoro non deroga da questa regola. 16 tracce che si dipanano per la durata di praticamente un’ora: il fil rouge che attraversa e lega tutti i brani è, come già ben esplicitato nel titolo, lo stato delle relazioni sentimentali ai nostri giorni, dominati dalle connessioni digitali e dall’informatica.
Go down, soft sound / Midnight, car lights / Playing with the air/ Breathing in your hair/ Go down, go down / Soft sound/ Step into your skin, I’d rather jump in your bones / Taking up your mouth so you’ll breathe through your nose: l’album si apre sulle note del titolo eponimo The 1975, che riprende, arricchendola con nuove sfumature una traccia dallo stesso titolo e con lo stesso testo presente su tutti i dischi della band, declinata in differenti variazioni.
Segue Give Yourself A Try, primo singolo estratto, brano disvelato al pubblico a fine maggio. Il pezzo dominato prevalentemente dal suono dei sintetizzatori è un omaggio nemmeno troppo celato alla new wave di inizio anni 80, dalla quale mutua ritmo e cadenze, nonchè la profonda malinconia che attraversa il testo, triste e disincatata descizione della disperazione della famigerata generazione dei millennial: You learn a couple things when you get to my age/ Like friends don’t lie and it all tastes the same in the dark / When your vinyl and your coffee collection is a sign of the times/ You’re getting spiritually enlightened at 29, canta con un certa autorinia Matt, all’inizio del brano.
Fra gli episodi più interessanti del disco I like America & America Likes Me, pezzo che evoca in filigrana sonorità alla Bon Iver, e una ritmatissima Love It If We Made It, traccia illuminata dalle note del sassofono. Entrambi i brani sono dedicati alla situazione politica internazionale e, in particolare, al ruolo giocato dagli USA nei giorni della sciagurata presidenza Trump.
Ma, come anticipato, i 1975 non temono di avventurarsi in altri sentieri e cosi’ eccoci passare da brani decisamente elettronici come How To Draw / Petrichor, a pezzi dalle nuances più jazzate come Mine, traccia scandita dal suadente dialogo fra pianoforte e sassofono. O, ancora, un brano dall’atmosfera straniante come The Man Who Married a Robot / Love Theme, dove la melodia fa da sfondo a un testo solo recitato che ci racconta l’esistenza solitaria di un uomo innamorato del suo computer. O per finire una classica ballata pop/rock come I couldn’t be more in love, pezzo che pare rubato al reportorio di Michael Bolton.
Si tratta, nel suo complesso, di un lavoro ricco, variegato e pieno di sfumature, che rende giustizia del talento di una band capace di dare il meglio in più di un registro stilistico e che riesce, nel contempo a offrire brani dai testi brillanti e ironici, mai banali, grazie alla penna fulminante di Healey. Nell’attesa del secondo capitolo di questa avventura e della tournée che seguirà, non possiamo che confermare il nostro giudizio più che positivo.
7,7/10